Mario Draghi, dal “whatever it takes” al digitale: il suo pensiero di innovazione, smartworking e 4.0 come pilastri della ripresa.

In questa dura emergenza che sta colpendo l’Italia da ormai quasi un anno, le polemiche politiche hanno preso il sopravvento sulla necessità di fornire al Paese un piano urgente ed adeguato per trasformare gli oltre 200 miliardi che ci spettano in una chiave di svolta, irripetibile ed unica. Mario Draghi punta particolarmente alle nuove generazioni per la rinascita dell’Italia. Lo scorso agosto Draghi dichiarava “Vi è un settore, essenziale per la crescita e quindi per tutte le trasformazioni, dove la visione di lungo periodo deve sposarsi con l’azione immediata: l’istruzione e, più in generale, l’investimento nei giovani. I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire. Ai giovani bisogna però dare di più: i sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri” Discorso ribadito nell’incontro con Mattarella, in cui Mario Draghi ha accettato l’incarico a guidare il nuovo governo.

Un altro tema inflazionato, ma mai affrontato, riguarda le competenze: il divario digitale fra il nostro Paese e le economie più avanzate riguarda l’alfabetizzazione informatica, partendo da quella base, e le skills volte all’offerta di mercato. Nonostante la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, che possono diventare milioni alla scadenza della cassa integrazione, ci sono altrettanti centinaia di migliaia di posti lavoro vacanti. E’ necessario quindi essere immediatamente pragmatici. I cambiamenti in alcuni settori non saranno sostanziali, in altri invece le tecnologie potranno essere adattate nell’immediato: “Tutte le risorse disponibili sono state mobilizzate per proteggere i lavoratori e le imprese che costituiscono il tessuto delle nostre economie. Si è evitato che la recessione si trasformasse in una prolungata depressione. Ma l’emergenza ed i provvedimenti da essa giustificati non dureranno per sempre. Ora è il momento della saggezza nella scelta del futuro che vogliamo costruire”.

Non mancheranno sicuramente gli ostacoli sulla strada da percorrere, ma la visione è chiara e ben definita:  “L’obiettivo è impegnativo ma non irraggiungibile. Questo è tempo di incertezza, di ansia, ma anche di riflessione, di azione comune. La strada si ritrova certamente e non siamo soli nella sua ricerca”.

Nel nostro Paese l’attuazione deve purtroppo fare i conti con una burocrazia opprimente, oltre ad una miriade di regole, ma servirà comunque un’azione immediata. La digitalizzazione accelerata dalla pandemia è diventata necessità!